Una valle ricca di acqua, dominata dal maestoso e sacro massiccio del Pasubio, insieme al suggestivo gruppo del Sengio Alto. Un itinerario che celebra l’acqua come preziosa risorsa del passato, del presente e del futuro. Il tracciato è ben segnalato e privo di difficoltà rilevanti.

VALLI DEL PASUBIO
Valli del Pasubio è un incantevole comune veneto situato in provincia di Vicenza, nella Alta Val Leogra. Si trova lungo la strada che collega Vicenza a Rovereto, incastonato ai piedi delle Piccole Dolomiti. Questo borgo montano vanta una storia ricca e affascinante, segnata da scambi culturali, migrazioni e importanti eventi storici. La cultura cimbra, introdotta dai coloni tedeschi, ha lasciato un’impronta profonda nella tradizione locale.
Valli del Pasubio è anche un luogo carico di memorie storiche, legate in particolare alla Prima Guerra Mondiale, che ne hanno modellato il territorio e la comunità. Oggi, questo affascinante paese rappresenta una meta ideale per chi cerca tranquillità e vuole immergersi nella bellezza della natura e nella storia. Vi invito a scoprire il Sentiero dell’acqua a Valli del Pasubio in questo articolo.

L’escursione in sintesi:
- PARCHEGGIO: presso la casa di riposo di Valli del Pasubio o poco prima del ponte
- PARTENZA SENTIERO DELL’ACQUA A VALLI DEL PASUBIO: nei pressi della casa di riposo
- DIFFICOLTA’: facile (no passeggini)
- DISLIVELLO: 270 metri D+
- SVILUPPO: 10 km totali
- DURATA: 3 ore
- PUNTI DI APPOGGIO: trattoria e pizzeria a San Antonio

DESCRIZIONE SENTIERO DELL’ACQUA A VALLI DEL PASUBIO
ACCESSO:
Percorrendo la strada provinciale SP46, si oltrepassa il centro di Valli e, dopo 100 metri, si svolta a destra. Si continua superando il ponte di San Rocco, quindi si svolta a sinistra, lasciando sulla destra la Casa di Riposo.
Una rilassante passeggiata lungo il corso del fiume Leogra, che si sviluppa tra splendidi paesaggi e preziose testimonianze del patrimonio storico e culturale. Un percorso adatto a tutti, che attraversa antiche contrade cariche di storia. Qui, il passato si intreccia con l’acqua, elemento centrale per le attività umane, grazie all’abbondanza di risorse idriche che caratterizza questa valle.
Si lascia l’auto nei pressi della Casa di Riposo e, seguendo le indicazioni, ci si incammina.
Proprio sulla muretta della casa di riposo si notano i segnavia e una chiara indicazione della Via dell’Acqua. Iniziamo la prima salita su strada asfaltata subito dopo la casa di riposo, per poi inoltrarci su un sentiero ben segnalato. Percorriamo il tragitto accompagnati da una staccionata, dal fiume Leogra e dalle primule gialle, che annunciano l’arrivo della primavera.
Seguendo il percorso segnalato, si raggiunge Contrada Sega, considerata il più antico insediamento del paese. Sorge lungo quella che era la strada medievale per Vallarsa. Il suo sviluppo si basava sullo sfruttamento dell’acqua che alimentava due magli, serviti da una roggia creata appositamente. L’abbandono di questa contrada iniziò negli anni 1950 e oggi si trova in stato di decadenza, ma conserva un fascino a dir poco incredibile. Qui è ancora possibile ammirare una ruota in pietra, utilizzata per il funzionamento dei magli nella lavorazione del ferro battuto. Questa grande ruota azionava, infatti, il maglio.




Proseguendo, si incontra l’antica segheria “alla Veneziana” del 1700, situata a Contrada Seghetta, ancora parzialmente funzionante. Presenta due ruote idrauliche, una più grande e una più piccola, alimentate dall’acqua proveniente dalla roggia. Queste segherie erano denominate “alla Veneziana” per distinguerle da quelle “augustiane”, originarie dell’Europa centrale, che richiedevano una minore portata d’acqua. La segheria di Contrada Seghetta rappresenta un importante “documento storico”.



Sul posto troverete pannelli illustrativi che raccontano i punti salienti di tutto il percorso. Dietro la segheria, prima del ponte, sulla sinistra, è possibile osservare le due ruote alimentate dalla roggia.
Proseguo il percorso tornando sui nostri passi e seguendo le indicazioni, che sono davvero ottime. Vi assicuro, non è scontato trovare segnalazioni così ben fatte. Dietro la segheria, scopriamo un curioso barometro a corda. Dopo qualche metro, svoltiamo a sinistra tra le case ed entriamo in un ambiente davvero suggestivo: la roggia.
ATTENZIONE: Non buttate nulla nella roggia, nemmeno i sassi, mi raccomando!

Ci troviamo immersi in un praticello verde con la roggia che scorre nel mezzo, attraversata da piccoli ponticelli e affiancata da un sentierino. Un luogo incantevole. Arriviamo alla chiusa “bastarda”, una paratoia utilizzata per regolare il flusso dell’acqua. Poco distante, il torrente forma una cascata artificiale creata da una briglia. In questa zona tranquilla, che in primavera dev’essere costellata di fiori, troviamo un’area di sosta con panchine e tavoli.


Attraversiamo un altro ponticello e ci immettiamo su una strada asfaltata. Da qui in avanti, il sentiero continua su asfalto e non è più a contatto diretto con il torrente Leogra. Passiamo attraverso alcune contrade caratteristiche, rese uniche dalle testimonianze di un passato ancora vivo. Notiamo capitelli, incisioni sui muri, vecchi attrezzi utilizzati per abbellire le case di un tempo, tutte ben curate e mantenute.


Proseguiamo su un altro tratto di sentiero, con la nostra meta fissata a San Antonio. Seguiamo le indicazioni, che anche in questo tratto sono chiare e ben visibili. Lungo il percorso, si intersecano vari itinerari. Il sentiero continua tra ponticelli e scorci immersi nella natura, fino a raggiungere il borgo di San Antonio, che merita assolutamente una visita. È un luogo affascinante, caratterizzato da antichi fienili, case d’epoca e scorci che raccontano una vita passata.

Una volta in paese, ci concediamo una sosta per gustare un buon piatto di gnocchi, prima di tornare sui nostri passi e ripercorrere l’itinerario a ritroso.



Ti raccomando di prendere visione di questa nota : Avvertenze sui contenuti presenti in passi Sospesi ed esonero ogni responsabilità.

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