ESCURSIONE A CIMA MESOLE


Escursione a Cima Mesole 1672 metri sulla Catena delle Tre Croci, nelle Piccole Dolomiti. Una meta poco frequentata, probabilmente perché spesso ritenuta poco gratificante. In realtà, dalla cima si può godere di un panorama straordinario, raggiungibile con una salita breve su un pendio erboso e ampio.

Il rifugio Bepi Bertagnoli
Il rifugio Bepi Bertagnoli

Per arrivare al punto di partenza si sale verso l’alta valle del Chiampo, in direzione di Ferrazza e poi di Campodalbero, giungendo infine alla località La Piatta, con possibilità di parcheggiare anche prima. La strada che conduce al rifugio è una tipica strada di montagna, quindi stretta.

ESCURSIONE IN SINTESI:

  • PARCHEGGIO: presso il rifugio Bertagnoli. Attenzione nei mesi estivi l’accesso dopo una certa ora al mattino viene bloccato poco dopo la Baita del Veronese e quindi si dovrà percorrere questo tratto a piedi fino al rifugio. Informarsi preventivamente chiamando in rifugio.
  • PARTENZA: a destra del rifugio sulla strada sterrata
  • SVILUPPO: 8 km circa totali
  • DURATA: mediamente 3,5 ore totali
  • DISLIVELLO: 480 metri D+ circa
  • TIPOLOGIA SENTIERO: A/R stesso itinerario
  • DIFFICOLTA’: medio, attenzione sulla cima e tenersi lontani dal precipizio
  • SEGNAVIA: CAI 215 per salire alla cima non c’è segnavia, ma tracce
  • PUNTI DI APPOGGIO: rifugio Bertagnoli.

Il periodo ideale per salire è l’estate, da giugno in poi, in assenza di neve.

Segnavia Cai
Segnavia Cai
Partenza dal parcheggio del rifugio Bertagnoli
Partenza dal parcheggio del rifugio Bertagnoli

DESCRIZIONE ITINERARIO A CIMA MESOLE

Raggiunto il Rifugio Bertagnoli, imbocchiamo una piacevole strada sterrata che ci guida verso la Bocchetta Gabellele, a 1552 metri di altitudine, seguendo il segnavia CAI 215. Il tragitto si snoda attraverso un paesaggio naturale rigoglioso, che in inverno si trasforma in uno scenario incantevole sotto la neve. Tuttavia, in caso di nevicate, l’escursione diventa impegnativa e non adatta a tutti: per raggiungere la cima è necessario possedere competenze alpinistiche su terreno innevato e una buona conoscenza del territorio.

La salita non presenta particolari difficoltà ed è percorribile anche in mountain bike fino a Bocchetta Gabellele. Dopo circa 30 minuti dalla partenza, un primo sentiero sulla sinistra permette di accorciare l’itinerario. Tuttavia, è importante fare attenzione, poiché si tratta di un sentiero ripido e impegnativo. Questo sentiero si ricongiunge più in alto alla strada sterrata che stiamo percorrendo, a pochi tornanti dalla Bocchetta Gabellele.

Arrivata alla Bocchetta Gabellele, incontro il sentiero 202 dell’arroccamento, che arriva da sinistra e prosegue verso destra in direzione di Malga Campodavanti. Questa parte dell’itinerario coincide con l’escursione verso Malga Campodavanti. La nostra meta, invece, si trova sulla sinistra. L’ampio pendio erboso appare molto ripido, ma dalla parte di Crespadoro risulta meno severo rispetto al versante di Recoaro, dove la roccia scende a picco verso la valle, creando profondi canaloni che nella zona vengono chiamati “vaji”. Alcuni di questi, durante l’inverno, vengono affrontati su terreno innevato da alpinisti esperti.

Bocchetta Gabellele 1552 metri
Bocchetta Gabellele 1552 metri

Attenzione: qui non esiste un vero e proprio sentiero che sale il pendio. Si intravede una traccia, ma sulle mappe non è segnata, e la cima non presenta alcuna croce, se non un piccolo ometto di pietra. Mi mantengo sempre nella parte centrale del pendio, seguendo l’erba calpestata dai precedenti escursionisti che, con il tempo, hanno formato una traccia visibile. Resto quindi lontana dal precipizio che si trova sul margine destro della montagna. La salita è certamente impegnativa, ma viene ampiamente ripagata dal panorama mozzafiato che si apre a 360 gradi. La cima è una larga cresta erbosa, dove è fondamentale prestare molta attenzione a non esporsi troppo, poiché la zona è pericolosa e il rischio di scivolare è alto (se ci si espone logicamente).

Come appare Cima Mesole
Come appare Cima Mesole
La strada che sale alla bocchetta
La strada che sale alla bocchetta

Sono sincera: questa meta, quando ricoperta di neve, mi ha regalato splendide esperienze tra salite e discese con gli sci alpinismo. Personalmente, la preferisco in inverno, quando il manto nevoso è abbondante e le condizioni sono favorevoli per una salita. Tuttavia, negli ultimi anni, l’innevamento non è stato sempre all’altezza delle aspettative. Per cui è da qualche anno che non salgo con gli sci.

Un aspetto che amo particolarmente di questa zona è la presenza di numerosi branchi di camosci. Mi è capitato più volte di vederli pascolare tranquillamente nei pressi della cima, regalando momenti davvero suggestivi.

Dalla cima, il panorama è davvero mozzafiato. Lo sguardo si perde tra le Piccole Dolomiti, i Lagorai e le vette dell’Alpago.

Il tragitto di ritorno ricalca esattamente quello dell’andata.

Ti raccomando di prendere visione di questa nota : Avvertenze sui contenuti presenti in passi Sospesi ed esonero ogni responsabilità.


Hai trovato utile questo articolo?

Ringraziami offrendomi una fetta di torta al rifugio!

Lascia un commento