Chi sono le Anguane
Di giorno serpenti e di notte splendide donne: la leggenda narra che assumevano le sembianze di Ninfe o Dee dell’acqua, con occhi azzurri e capelli corvini. A volte erano descritte come metà donne e metà rettile o anfibio.
La figura mistica delle Anguane è raccontata e raffigurata in molte storie locali, tra racconti, detti popolari e modi di dire.
Nella tradizione popolare, la grotta è indicata come riparo per queste creature: il Buso delle Anguane.
Leggende che da secoli si tramandano in queste terre, le cui storie venivano narrate durante i “filò”, momenti di incontro tra famiglie nelle stalle, dove c’era chi raccontava storie, chi cuciva e chi ascoltava.
Buso delle Anguane: la grotta
Il Buso delle Anguane è una grotta dal fascino mistico, situata nel comune di Crespadoro (Vicenza) a 314 metri di altitudine. Il punto di partenza per questa escursione è il villaggio di Durlo.
Escursione in breve:
- PARTENZA: chiesa di Durlo
- PARCHEGGIO: chiesa di Durlo
- SVILUPPO: 6 km
- DISLIVELLO: 400 metri D+
- DURATA: A/R 2 ore circa
- PERIODO: il periodo migliore secondo me è autunno o primavera, ma in assenza di neve o ghiaccio. In questo periodo il sentiero risulta più agevole per mancanza di vegetazione dove il tratto di sentiero si fa più stretto.
È importante considerare che l’escursione inizia con una discesa e termina con una salita.
Escursione al Buso delle Anguane da Durlo
Ci sono diversi punti di partenza da Durlo per il Buso delle Anguane. Ho scelto di partire dalla Fontana del Leòn, vicino alla chiesa, dove ho parcheggiato l’auto. In questa piazzetta si trova anche il monumento ai caduti e il punto di partenza per il sentiero La Via dell’Acqua, che percorreremo brevemente anche in questa escursione.
Proseguiamo lasciando la chiesa di Durlo alle nostre spalle. Come detto in precedenza, il sentiero all’andata è in discesa; tenetelo in considerazione. Seguiamo il percorso verso la sorgente Tamarloche, ma al bivio lasceremo questa indicazione. Procediamo con ordine. Passiamo per Contrà Lace e la sua fontana antica.
Continuiamo in discesa sul sentiero fino a un bivio, dove proseguiamo a sinistra su una strada sterrata nel bosco. A un certo punto c’è un bivio: leggermente in salita a sinistra si prosegue per la sorgente, ma noi continuiamo in leggera discesa a destra (forse è meglio dire che teniamo il sentiero principale leggermente a destra). Arriviamo così alla prima indicazione verso il Buso delle Anguane, sentiero numero 2.
Proseguiamo dritti oltre il ruscello e risaliamo tra i prati fino a raggiungere due case disabitate con un grande recinto per le caprette, davvero simpatiche e carine. Non posso negare di essermi fermata a lungo a parlare con loro e accarezzarle. Saliamo due curve passando dietro le case, dove troviamo evidenti segnavia: il Sentiero delle Anguane ora è il numero 3.
Prosegue in mezzo al fitto bosco in discesa; farlo in piena primavera ed estate potrebbe rendere la vegetazione un po’ d’intralcio. Tuttavia, da qui in poi il sentiero diventa sempre più stretto e ricco di vegetazione, ma in questa stagione è piuttosto pulito.
Si attraversa un’altra valletta con poca acqua e si sale leggermente su un terreno semipianeggiante, aggirando la collina e proseguendo a mezza costa su un sentiero stretto in mezzo a un rigoglioso bosco, fino ad arrivare alla grotta. Conoscendo storie e leggende popolari, il luogo ha un fascino mistico, devo ammettere. Sotto di noi, tra il bosco, si intravede la strada che sale a Campodalbero.
Scendendo leggermente, raggiungiamo l’ingresso del Buso delle Anguane. Chissà se avremo la fortuna di incontrarne una!
Questo posto mi piace moltissimo, non è la prima volta che vengo qui. È magico, lo sento dentro. Notiamo all’interno la presenza di stalattiti e stalagmiti e infine la meravigliosa vista che dall’apertura si affaccia verso Contrà Langari e il rifugio Monte Falcone, con i boschi ancora colorati dal meraviglioso autunno!
Rilassatevi, ammirate il panorama e respirate a pieni polmoni le meraviglie che Madre Natura ci offre. Non c’è nulla di più bello: tornerete a casa rigenerati!
Torno indietro lungo lo stesso sentiero percorso all’andata.
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